All’interno del sistema educativo del nostro Paese, è stata introdotta da qualche anno l’alternanza scuola-lavoro, che viene gestita dalle diverse scuole. I ragazzi devono affrontare un piccolo colloquio con il professore di riferimento, in cui devono fare presente in quali ambiti lavorativi preferiscono operare, o, se hanno già le idee chiare, comunicare in quale azienda si recheranno per svolgere le ore di alternanza.
Come afferma il Decreto legislativo n. 77/2005, art. 2, questo progetto viene attuato per portare i ragazzi ad avere una visione più chiara del mondo del lavoro e per capire come funziona.
In primo luogo, l’alternanza scuola-lavoro è utile per collegare la formazione in aula con l’esperienza pratica, quindi per far entrare i ragazzi nel mondo del lavoro più preparati e per far capire loro quanto sia difficile gestire un’attività. Inoltre, con questa opportunità si favorisce l’orientamento dei giovani, in quanto i ragazzi saranno in grado di decidere in futuro in quali campi vorranno far domanda di lavoro. L’esperienza maturata con l’alternanza, infatti, può chiarire le idee su che cosa piace e che cosa no. Nel mio caso, infatti, l’esperienza lavorativa in libreria mi ha insegnato che, nel momento in cui dovrò scegliere in che campo vorrò operare, sceglierò quello in cui si può avere un contatto con il pubblico, in quanto ora so che sono in grado di gestirlo. L’alternanza scuola-lavoro serve anche a mettere i giovani in relazione con gli altri e insegna a cavarsela in situazioni difficili, con persone complicate da trattare. Infine, è giusto anche che l’alternanza sia oggetto dell’esame di stato, in quanto ciò permette ai ragazzi di dimostrare ciò che hanno imparato e con quanto impegno hanno svolto le attività a loro assegnate.
D’altra parte c’è anche chi pensa che l’alternanza scuola-lavoro sia inutile, in quanto per i giovani c’è tempo per fare esperienze nel mondo del lavoro e non è necessario effettuarle quando ancora si sta studiando; tuttavia, può anche essere che coloro che pensano questo non siano totalmente informati sull’argomento e su ciò che questa attività comporta. Spesso per esempio ci si lamenta che ad alcuni ragazzi non viene data la possibilità di lavorare negli ambiti da loro scelti, per il fatto che o non ci sono più posti disponibili, o l’azienda da loro proposta non è convenzionata con la scuola e, quindi, non può accettare gli studenti per l’alternanza. Infatti, i professori fanno di tutto per cercare un posto di lavoro nell’ambito richiesto, ma purtroppo a volte non è possibile. Un modo per poter ovviare a questo problema potrebbe essere provare a fare richiesta a più enti lavorativi, così che i ragazzi abbiano più possibilità di scelta; d’altra parte, non è obbligatorio che i giovani facciano per forza esperienza nell’ambito da loro scelto. A volte, infatti, lavorare in un campo diverso da quello che si pensava può rivelarsi un’esperienza molto positiva, come nel mio caso. Inizialmente, infatti, volevo effettuare la mia prima esperienza lavorativa in ambito teatrale, ma, non trovando posto, ho lavorato in libreria e si è rivelata un’esperienza formativa che mi ha fatto crescere.
Inoltre, c’è chi afferma che i giovani possono sperimentare la possibilità di entrare in contatto con gli altri anche nelle vicende di vita quotidiana e che quindi non c’è bisogno dell’alternanza per favorire questa esperienza, perché la possiamo vivere anche solo quando acquistiamo qualcosa in un negozio. Naturalmente i contatti con gli altri si hanno anche nelle semplici azioni della quotidianità, ma non sarebbero un’esperienza lavorativa a tutti gli effetti. Infine, c’è il rischio che, se si dà troppa importanza all’alternanza, tanto da inserirla anche all’esame di maturità, i ragazzi se ne approfittino, trascurando lo studio e credendo quindi che in sede d’esame i professori si focalizzeranno soprattutto sulle attività che hanno effettuato. Certo questo è un pensiero che può venire, ma noi studenti dobbiamo essere consapevoli che la nostra esperienza lavorativa avrà rilevanza all’interno dell’esame, ma non per questo dobbiamo sottrarci allo studio delle altre materie, in quanto l’orale in realtà verterà soprattutto su queste.
In conclusione, l’alternanza scuola-lavoro è un’occasione data ai ragazzi per crescere e fare esperienze e per questo motivo dovrebbe essere sempre più valorizzata, magari anche svolgendo più incontri all’interno della scuola, fra i ragazzi ancora inesperti in questo ambito e altri più grandi, che hanno già sperimentato in prima persona il mondo del lavoro. In questo modo, i giovani possono fare domande ed esprimere le loro opinioni, magari rendendosi conto di quanto sia importante questa prima esperienza lavorativa.
di Giulia Meo