di Tiano Sirya e Zambelli Anna
“Zucchero e sale” di Benedetta Bonfiglioli, edito da Equilibri, è una raccolta di racconti accomunati soltanto dalla giovane età dei protagonisti. L’autrice sceglie la forma breve del racconto che rende la scrittura più densa, calcolata e composta, rispetto al respiro più lungo del romanzo.
Dodici storie? No, non è vero, dodici vite di ragazze e ragazzi.
Tutti i racconti presenti in ti fanno vivere, attraverso i protagonisti, esperienze di vita lontane dalla tua realtà, catapultandoti in circostanze e situazioni singolari. Inoltre, in alcune di queste storie si parla d’amore, un amore che sa essere anche salato, a tratti amaro e aspro e che anche quando finalmente diventa dolce non lascia mai un retrogusto stucchevole.
Ogni racconto in realtà sembra avere vita propria, resa in modo efficace dalle illustrazioni semplici, ma d’impatto di Martina Vanda, che rendono le storie ben contestualizzate. Anche dal punto di vista narrativo, le focalizzazioni cambiano in continuazione, permettendoci di entrare ancora di più dentro la storia.
Tra tutti sono due i racconti che hanno attirato particolarmente la nostra attenzione, quelli di Pierluigi e di George.
Il brano di Pierluigi è una lettera scritta dal protagonista e indirizzata ad Ester, l’amore della sua vita. In questa lettera narra del loro primo e ultimo incontro e di come la guerra abbia cambiato il protagonista.
Pierluigi era un soldato che insieme ai suoi compagni cercava ospitalità in una casa e si è imbattuto nell’abitazione di Ester. Durante questa fase del racconto possiamo quasi toccare con mano la povertà in tempo di guerra, infatti essa si può notare dalla descrizione della cena presente in tavola. La narrazione prosegue con l’incontro dei due dopo la cena durante il quale si sono dichiarati i loro sentimenti l’un l’altro passando la notte insieme. Il mattino seguente, Pierluigi e i suoi compagni si rimisero in marcia quando improvvisamente incontrarono due partigiani ai quali partì un colpo che uccise uno di loro. A questo punto il protagonista fu costretto a difendersi uccidendo così uno degli ormai nemici.
Questo avvenimento fece scaturire un cambiamento molto profondo in Pierluigi, tant’è che lui sente di aver perso una parte di sé. Al termine di questa lettera lui rivela l’amore ancora presente nei confronti di Ester nonostante i tanti anni trascorsi, in quanto lei è l’unica ad averlo amato prima che la guerra lo trasformasse in qualcosa che non era.
Avevo 17 anni quando uccisi un uomo per la prima volta, e una parte di me morì con lui. La parte che hai amato tu, mia dolcissima Ester.
Malgrado le rassicurazioni della società sulla sua inevitabilità e correttezza, da questo testo possiamo facilmente comprendere che la morte rimane un atto contro natura anche in guerra, la coscienza non lo accetta. Per farlo deve per forza rimuoverlo etichettando questo gesto orribile e indicibile come dovuto allo stato di guerra. Ecco che il nemico, sia esso soldato o civile, diventa solo un oggetto, perdendo quindi la sua umanità.
Il protagonista capisce che nel passato tuttavia rivivrà, eternamente giovane, il ragazzo puro e spensierato che era, quello che Ester porterà sempre nella memoria.
La storia di “George” è una storia di bugie bianche e di pregiudizi: è la storia di una ragazza, Georgina, che ha dovuto fingere di essere quello che non era…
Infatti, dietro al personaggio di George Chipping, figlio del rettore dell’università, si cela una ragazza immersa in una società maschilista che si è dovuta fingere chi non era per poter studiare.
La narrazione dà subito voce alla protagonista: Georgina ci racconta come è stato per lei convivere con questa menzogna e recitare una parte che non era la sua. Grazie a questa bugia è riuscita ad ottenere un’istruzione pari a quella di un uomo, rimanendo però circondata dai pregiudizi.
Inizialmente degli insegnanti si recavano privatamente a casa sua per spiegarle delle nozioni di cultura generale. Uno di loro, durante le loro lezioni, faceva spesso dei commenti sulla stupidità delle donne e affermava la superiorità intellettuale degli uomini, ignaro della vera identità di Georgina.
Il racconto prosegue con l’ingresso di Georgina all’università dove inizialmente, dati i suoi tratti femminili, tendeva a isolarsi per non farsi scoprire spiccando, in ogni modo, per la sua intelligenza. L’unica persona con la quale stringe amicizia è un ragazzo del suo corso di nome Albert. I due iniziano a legare molto fino a creare un rapporto tale da frequentarsi anche fuori dall’ambito scolastico. Per Georgina però, col tempo questo legame di amicizia si trasforma in qualcosa di più.
Dopo varie vicende e diversi timori da parte di entrambi, finiscono per dichiararsi l’un l’altra. Subito dopo questa confessione, i ragazzi vengono sorpresi a baciarsi da un professore, molto amico del padre di Georgina. A questo punto Georgina è costretta a fare una scelta che avrebbe segnato la sua vita e quella delle persone che la circondavano, compreso Albert: continuare a mantenere il suo segreto e quindi fare espellere Albert, mettendo anche in cattiva luce suo padre, rivelare chi realmente era, ponendo fine alla sua carriera accademica e al suo futuro e facendo perdere al padre tutto ciò che si era costruito.
Lei a quel punto preferì non danneggiare con le conseguenze delle sue azioni chi le voleva bene e perciò pensò ad una terza opzione: decise di farsi suora in quanto questo era l’unico modo per studiare essendo una ragazza e sopravvivere senza bisogno di un uomo.
Questa storia vuole far ragionare sull’ingiustizia della discriminazione: l’istruzione è stata a lungo fatta da maschi bianchi per altri maschi bianchi, escludendo le donne, considerate “biologicamente” deboli, meno intelligenti, più adatte a occuparsi della famiglia, del ricamo, dell’intrattenimento degli ospiti del marito nel migliore dei casi; il finale di questa storia ci fa riflettere invece sulle relazioni omosessuali ritenute ancora come un qualcosa da nascondere. Georgina dice che probabilmente il professore si era già imbattuto in degli studenti che si baciavano, ma in quest’occasione era diverso, poiché Georgina era conosciuta come il figlio del rettore e nemmeno una generosa offerta sarebbe bastata per mettere tutto a tacere.