di Valentina Vignali
Dopo aver sentito le opinioni di personaggi rilevanti come giornalisti, politici, avvocati e gli stessi genitori di alcune ragazze vittime di violenza di genere, è giunto il momento di capire qual è il pensiero di alcuni studenti del nostro liceo relativo al flash mob organizzato qualche settimana fa sul tema della violenza di genere. Per cercare di capire al meglio i pareri dei ragazzi, sono state poste a una classe dell’istituto, presa come campione, alcune domande. Ecco le loro risposte.
Cosa pensi della violenza di “genere”? Secondo te nella nostra società esiste veramente un problema, o si tratta di singoli isolati episodi?
Tutti i ragazzi ritengono che la violenza di genere non si manifesti in singoli e sporadici episodi, bensì che rappresenti un serio problema profondamente radicato nella nostra società, sin dal suo inizio, ed equidistribuito in tutto il nostro territorio. È quindi presente una mentalità antiquata che vede gli uomini in una posizione avvantaggiata rispetto alle donne. Alcuni giovani, infatti, definiscono la violenza di genere come “frutto di secoli di una società patriarcale che vede la donna subordinata all’uomo”. È opinione comune quindi ritenere che sia presente una “cattiva” educazione che porta l’uomo a vedere la donna come una proprietà, un oggetto e spesso a incolparla di tali violenze subite.
Ti è mai capitato di affrontare da vicino esperienze di questo tipo? Hai conosciuto qualcuno coinvolto direttamente? Come hai affrontato la situazione?
La maggior parte degli studenti, fortunatamente, non è mai stata coinvolta direttamente in situazioni di violenza di genere né conosce persone vittime. Tuttavia, immaginandosi in una situazione di questo tipo, essi ritengono che la cosa migliore da fare sia cercare di aiutare e confortare la vittima e denunciare il colpevole, perché “non si tratta di amore, ma solo il desiderio di possedere e controllare la vita di una persona che si crede di amare”.
Altri ragazzi però non sono stati così fortunati: è emerso, infatti, che molte ragazze hanno spesso subito violenze verbali, come battute poco divertenti riguardanti il loro aspetto fisico, mentre altre sono state molestate e hanno subito violenza fisica.
Ciò ci fa capire come spesso tendiamo a considerare la violenza di genere come un universo ben lontano dalla nostra vita quotidiana, ma che in realtà è più vicino di quanti si pensi, infatti, pur non essendone a conoscenza, le stesse persone che vediamo tutti i giorni possono essere vittime; quindi ci si deve sforzare di guardarsi attorno e ascoltare realmente le nostre amiche e conoscenti, cercando di aiutarle se si trovano in situazioni difficili.
Hai preso parte al flash mob organizzato dalla scuola? Perché?
La maggior parte degli studenti della classe intervistata non è riuscita a partecipare al flash mob organizzato dalla scuola: quasi tutti per motivi scolastici, mentre altri lo hanno ritenuto inutile per combattere il problema, definendolo come “una miscela di slogan e chimere inutili, prive di contenuto e soprattutto di soluzioni concrete”. Solo due ragazze hanno preso parte all’iniziativa scolastica rispondendo all’appello della sorella di Giulia, facendo rumore e ritenendo che “il silenzio e l’omertà appoggiano e nascondono gli atti di violenza”.
Alcuni ragazzi invece hanno dimostrato il loro sostegno alle vittime in altro modo, prendendo parte al minuto di silenzio organizzato dalla scuola, indossando indumenti rossi o un rossetto sulle labbra, oppure partecipando il 25 novembre, giornata nazionale contro la violenza sulle donne, a manifestazioni pubbliche dove erano presenti anche personaggi politici importanti.
Ritieni che le manifestazioni siano utili per sensibilizzare su questo e altri temi? In alternativa cosa proporresti di più efficace?
La maggior parte dei ragazzi ritiene che le manifestazioni siano utili “per far sentire la propria voce e venire considerati dalle autorità” e sensibilizzare la popolazione su tali problemi. Molti tuttavia non pensano che tali iniziative siano sufficienti e che ci sia bisogno di interventi più decisivi, anche da parte di personaggi con maggiore rilevanza politica.
Pensi che le leggi attuali del nostro Stato siano adeguate o che vadano inasprite le sanzioni?
Tutti si sono trovati d’accordo nell’affermare che ci sia un urgente bisogno di aggiornare le leggi italiane, inasprendole e cercando di mettere realmente in pratica tutto ciò che viene semplicemente decantato, nell’ottica di prevenire tali violenze. Alcuni ritengono che si potrebbero utilizzare dei fondi per avviare un “processo culturale che parta sin dalla più tenera età, nelle scuole, e termini nei luoghi di lavoro” per cercare di sensibilizzare maggiormente le persone sull’importanza del problema della violenza di genere. Quindi è necessario un rinnovamento del codice penale e la nascita di nuovi progetti mirati a fornire una maggiore informazione sui femminicidi e le discriminazioni.
Abbiamo dunque potuto constatare con questo breve questionario come anche all’interno di un piccolo gruppo di persone, come può essere una classe scolastica, siano presenti varie opinioni anche molto distanti tra loro...
…e tu… cosa ne pensi?
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